tradimenti
Fantasie cuck ed io il bull
di Alessandro788888
03.04.2023 |
7.159 |
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"Quando arrivano all’auto sono vicinissimi, ho parcheggiato esattamente a fianco della loro auto, e quindi possono sentire perfettamente la mia finta..."
Confesso che questo è uno dei posti più strani dove mi sia capitato di organizzare un incontro con una coppia: un parcheggio di fianco a un cimitero.
Marco e Stefania però sono una coppia appassionata di montagna e il parcheggio più vicino al sentiero che quella domenica mattina hanno scelto è proprio questo.
Li sento arrivare prima di vederli stanno scherzando e quando sbucano dal sentiero sono ormai vicinissimi.
Come d’accordo con Marco io sono al telefono e sto fingendo di parlare con un amico. “Sì sì certo Nicola, ma no non ti preoccupare, guarda con i bambini è sempre così, non sei mai sicuro di niente, l’importante è che non sia niente di grave, noi ci riorganizziamo per la settimana prossima, davvero non ti preoccupare”.
Quando arrivano all’auto sono vicinissimi, ho parcheggiato esattamente a fianco della loro auto, e quindi possono sentire perfettamente la mia finta telefonata.
Questa finta telefonata ha un suo motivo cioè giustificare la mia presenza in uno sperduto parcheggio di montagna.
Mentre si sta cambiando Marco mi lancia un’occhiata velocissima è un messaggio che dice “dai partiamo, si va in scena”. Sì perché tutto questo si svolge come su un palcoscenico dove Marco ed io siamo autori e protagonisti mentre Stefania per adesso è solo una ignara spettatrice.
Tutto comincia una settimana prima quando rispondo ad un annuncio dove il lui della coppia cerca per la moglie all’oscuro di tutto un bull con cui condividerla.
Marco è un marito sempre attento a realizzare tutte le fantasie della moglie e quella di farlo con due uomini negli ultimi tempi si ripropone sempre più spesso.
L’annuncio era molto vago ma rispondo subito per un motivo preciso: lei ha un fisico che mi fa letteralmente impazzire, ha sui 45 anni ma sembra una ragazzina adolescente. Alta (più di lui) magrissima, gambe lunghe ed eleganti e tettine piccole e sode. Ah dimenticavo, un culetto stretto, stretto messo su in cima a quelle lunghe gambe.
La risposta di Marco arriva in fretta con un invito a chattare su telegram. Comincia allora una fittissima corrispondenza tra di noi per mettere a punto un piano credibile e preciso. Stefania, come poi avrò modo di sperimentare, è una donna molto sveglia e attenta e quindi la nostra storia non deve avere falle.
Captato il segnale di Marco chiudo la telefonata lo guardo e... “Marco, ma cosa ci fai qui?” “Filippo, mi sembrava una faccia che conoscevo” ci abbracciamo come fanno i vecchi amici che non si vedono da un pò.
“Quanto tempo... cosa ci fai qui?”. Comincio così la a recitare la mia parte: avevo un appuntamento con un amico della zona per parlare di lavoro, ma lui ha avuto un problema all’ultimo secondo e quindi... sono qui.
“Ma pensa che roba dopo tanti anni ci troviamo all’improvviso... ti presento mia moglie Stefania”. Entrambi sono molto sorridenti e rilassati, si intuisce una coppia molto affiatata, lei è più carina e attraente che in foto, molto simpatica e alla mano.
L’invito arriva quasi immediatamente “Dai vieni a bere qualcosa con noi, abbiamo sete” ovviamente accetto e ci diamo appuntamento in un bar a pochi chilometri.
Ci sediamo all’aperto in una terrazza in riva al fiume, siamo quasi soli, il che va benissimo per noi.
Parliamo un pò in libertà e io appena posso infilo dei complimenti, senza esagerare ma piuttosto espliciti, sulla bellezza di Stefania, su quanto Marco è stato fortunato a stare con lei.
Lei mi dice che frequenta una palestra, e io subito “Beh si vede col fisico che hai” e via così, senza mai trascendere o mancare di rispetto, ma mettendo bene in chiaro che lei mi piace molto e che non lo nascondo.
Marco improvvisamente si alza “Dai facciamo dei selfie” e con il fiume sullo sfondo ci stringiamo per le foto, tutto questo per darmi la possibilità fisica di farle sentire il mio corpo. Prima io e Marco, lei ride come una matta per la differenza di altezza tra noi due: Marco 1,70 io quasi 1,90. Poi noi tre con lei in mezzo, infine io e Stefania con Marco che fa da regista.
La prima foto siamo di fianco, Marco non è contento ci vuole più vicini, lei ride io la prendo e delicatamente la metto esattamente davanti a me e mi incollo al suo culetto.
Le mie mani vanno prima sulle braccia e poi sfiorano le ossa pelviche più in basso, il sottile strato dei suoi pantaloni da trekking non lascia niente all’immaginazione col risultato di provocarmi una erezione parziale ma che probabilmente lei avrà sentito bene.
Ci risediamo e ridiamo delle foto che abbiamo appena fatto, nel guardarle mi avvicino moltissimo a Stefania, molto di più di quanto farei con una persona che ho appena conosciuto. Lei non si scosta e accetta la mia presenza così vicina. Buon segno.
“Ma tu una volta non eri un patito di tennis?”. Questo era un argomento cruciale che avevamo deciso di usare per alimentare e rafforzare i contatti. “Io sono un maniaco del tennis” rispondo, “gioco da quando ho 10 anni,
guardo il tennis alla televisione e frequento quando posso i tornei. Perchè me lo chiedi?”. “Perché la Stefi ha cominciato a prendere lezioni, vero Ste?”.
Lei si schernisce dicendo “Ma si ho preso 4 lezioni sono imbranata... ma ho intenzione di continuare, è difficile ma mi piace”. “Bellissimo” intervengo io “Dai organizziamo un’ora di tennis la prossima volta che sono dalle vostre parti, così ti faccio giocare un pò”.
Guardo Marco che non aspettava che quello per concludere “Bellissima idea e poi vieni a cena da noi”.
Stiamo al bar ancora un poco e poi ce ne andiamo ognuno per ritornare a casa, io verso La Spezia loro verso genova. Ci lasciamo con questa promessa di rivederci.
Con Marco siamo d’accordo che tra qualche giorno le manderò una foto con racchette e palline con un messaggio tipo “Racchette pronte, palline pronte, compagno di giochi pronto... manca solamente l’allieva’’.
L’idea è quella di combinare per metà marzo, vedremo. Adesso dobbiamo trovare il modo una volta che sono da loro a cena di provocare diciamo così la scintilla che fa partire l’incendio. Io e Marco ci stiamo lavorando su, non sarà facile ma ci proviamo.
Nel pomeriggio Stefania mi manda dal suo telefono le foto fatte al bar, non perdo l’occasione per ringraziarla e farle ancora i complimenti. Marco mi ha detto che il suo numero non lo da a tutti, altro buon segno, perlomeno le sono simpatico.
Glielo ha detto lei in macchina un attimo prima di... fargli un pompino mentre lui guidava verso casa!
Questa cosa mi ha mandato totalmente fuori di testa, la mia vena libertina ha preso il sopravvento e subito mi sono fatto il film di Marco che guida e io e lei dietro... la Stefi mi slaccia i jeans e abbassa lentamente la zip e le mutande che fanno fatica a contenere l’abbondante erezione.
Prende in mano l’uccello e mentre case e passanti scorrono dai finestrini si china e lo mette in bocca... Succhia bene la cappella turgida poi scorre tutta l’asta baciandola giù fino alle palle, torna indietro verso il glande usando con maestria lingua e denti...
Racconto a Marco questa fantasia e lui mi propone subito di farmi una sega su una foto di Stefania e di mandargliela, cosa che faccio molto volentieri. Mi sego alla grande e la sborrata sullo schermo è abbondante e l’orgasmo mi da i brividi. L’idea di lei che gli fa un pompino in macchina mi turba parecchio!
Vediamo cosa succederà...
Intanto Racchette e palline sono veramente già pronte ; ).
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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